Il digitale prima e la pandemia dopo hanno portato cambiamenti nella vita privata e lavorativa delle persone e quindi anche nei modelli di consumo.
Chiusure e limitazione agli spostamenti hanno indotto, da un lato, i consumatori “tradizionali” ad avvicinarsi agli acquisti on line, dall’altro lato, gli e-shopper a cercare l’esperienza di acquisto “fisica”.
Il confine tra off line e on line è sempre più labile.
Questa nuova complessità di mercato apre la strada ad una riflessione importante su come pensare e progettare le aree urbane e i centri storici alla luce dei nuovi flussi logistici, tenendo in doverosa considerazione la sostenibilità ambientale.
Nasce il magazzino di prossimità: cos’è?
Può presentarsi in diverse declinazioni: dark-store, hub logistico di prossimità, punto di ritiro e consegna self-service.
In generale si tratta di spazi collocati nei centri urbani o vicino ad essi, in posizione strategica, per consentire la gestione dell’ultimo miglio della supply chain, ovvero l’ultimo passaggio di consegna dove si gioca il grado di soddisfazione del consumatore finale.
Infatti la peculiarità di questi magazzini è la posizione geografica, perché l’obiettivo è quello di avvicinare i prodotti e/o i brand ai consumatori, indispensabile per accorciare i tempi di consegna.
Da uno studio svolto dalla società di consulenza Deloitte, nel quale si analizza la distribuzione urbana della merce nella città di New York, emerge che: “In relazione ai costi di consegna dell’ultimo miglio, disporre di un magazzino in città rappresenta un vantaggio competitivo maggiore in quanto si accorcia il margine di consegna degli ordini (dallo stesso giorno a poche ore)”.
Perché emerge l’esigenza del magazzino di prossimità
Essi nascono in risposta al proliferarsi del commercio e soprattutto dell’ e-commerce Btoc. Il concetto è molto legato al mondo del retail e/o shop on line.
Ma se una criticità degli e-commerce è la rapidità di consegna, in quanto il consumatore acquista e al massimo nello stesso giorno (same day) vuole entrare in possesso del bene acquistato, affinché questi shop online funzionino e siano sostenibili, anche a livello economico, è importante che ci sia un’adeguata logistica a supporto, in caso contrario il consumatore potrebbe desistere dall’acquisto on line.
Si ritorna al negozio di prossimità?
Sembra manifestarsi un’inversione di tendenza. Si assiste ad una riscoperta dei “negozi di vicinato” o commercio di prossimità.
Il consumatore acquista on line ma sente il bisogno, a seguito dell’esperienza pandemica, di iniziare a “toccare il prodotto”, fare esperienza fisica, cosa che all’online manca.
Si ritorna, quindi, al concetto di Phygital e gli spazi fisici dovranno essere ripensati in modo “intelligente” per favorire questa nuova esperienza.
Phygital, termine coniato nel 2007, sta a indicare proprio una convergenza tra fisico e digitale che crea una realtà ibrida. Quindi, si tratta di combinare l’esperienza online con quella offline per creare un nuovo tipo di esperienza dove digitale e fisico coesistono all’interno dello stesso spazio e si alimentano per generare un’esperienza personalizzata, interattiva e coinvolgente: la phygital experience.
Ciò richiede una trasformazione in chiave “Phygital” anche dell’intero sistema distributivo, nel quale l’ultimo miglio va ripensato in quest’ottica.
Come si sta muovendo il mondo logistico di fronte a questa nuova sfida ?
Seguiranno altri approfondimenti. Seguici!
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